Siamo a metà ottobre e la scuola è iniziata ormai da un mese. Mentre i bambini delle classi prime della scuola primaria stanno scoprendo le prime letterine dell’alfabeto e le prime paroline, tutti gli altri studenti, a partire dalla classe seconda, hanno già avuto modo di approcciarsi a qualche testo scritto e avranno dovuto comprenderne il contenuto.
Molte insegnanti e molti genitori che seguono a casa i propri figli durante i compiti si saranno accorti che non tutti i bambini e i ragazzi riescono con facilità ad estrapolare il contenuto di un testo scritto, pur magari riuscendo a leggere senza particolari difficoltà. Come mai?
La lettura: decodifica e comprensione
Innanzitutto occorre sapere che la lettura di un testo prevede una fase di decodifica (traduzione grafema-fonema, riconoscimento e denominazione corretta di parole) e una fase di comprensione (ricerca di significati). Si tratta di due processi che, dopo una fase di apprendimento, diventano automatici e si svolgono in modo parallelo perché, pur influenzandosi reciprocamente, mantengono una certa indipendenza.
Questo significa che un bambino può essere molto abile nel codificare un testo (leggerlo a voce alta) ma non comprenderne il contenuto e, viceversa, un bambino può trovare grosse difficoltà nella lettura di un testo pur comprendendone il contenuto (è il caso di bambini con un certo tipo di Dislessia). Solitamente, però, il processo di decodifica e di comprensione si influenzano a vicenda, nel senso che più un bambino ha automatizzato il primo processo di decodifica (riesce cioè a trasformare le lettere e le parole in suoni e viceversa), più il bambino riuscirà ad accedere con facilità al contenuto del testo.
Vediamo, quindi, in cosa si differenziano i due processi.
La decodifica è un processo automatico che viene definito “bottom-up” perché procede dal basso verso l’alto. Si parte cioè dai simboli scritti nel testo (le parole) per poterle decodificare, riconoscere e denominare. La comprensione, invece, è un processo che si definisce “top-down” perché il bambino costruisce una rappresentazione mentale del contenuto integrando insieme i dati che ricava dal testo che legge con le proprie conoscenze e le caratteristiche del proprio sistema cognitivo.
La comprensione di un testo: fattori determinanti
Uno dei fattori che influenza il processo di comprensione è la modalità con cui si presenta il testo. Ad esempio, sarà più facile comprendere un testo che è composto da parole concrete e di uso frequente, da frasi con una struttura semplice e da chiari legami logici, rispetto ad un testo composto da parole astratte e poco frequenti, da frasi complesse e da legami logici che devono essere fatti dal lettore attraverso un processo chiamato “inferenza”. Inoltre, un testo sarà più comprensibile se è ben strutturato attraverso schemi ed immagini, coerente al suo interno e chiaramente riconoscibile nella sua struttura. E’ facilmente riconoscibile, ad esempio, se si tratta di una storia o di una lettera, di un testo narrativo o di un testo giornalistico?
Altri fattori determinanti nella comprensione sono legati alle caratteristiche del lettore.
Uno tra questi è il grado di conoscenza pregressa del bambino, conoscenza che può riguardare le parole lette, l’argomento o altre conoscenze in generale. Ad esempio, un bambino figlio di un marinaio che si trova a leggere un testo riguardante una nave, avrà molta facilità nel comprenderne i contenuti perché l’argomento gli è molto familiare e ne ha avuta esperienza diretta; potrebbe fare, invece, molta difficoltà nella comprensione di un testo che contiene molte parole legate alla sartoria. Oppure, un bambino che legge molto e che, quindi, conosce un buon numero di parole, riuscirà ad accedere al significato complessivo del testo con minore fatica rispetto a un bambino che non legge mai a casa e che utilizza sempre le stesse parole.
Possiamo, quindi, affermare che l’organicità e la ricchezza degli schemi mentali che organizzano le conoscenze pregresse di un bambino, hanno il loro ruolo importante sul processo di comprensione. Più il bambino riesce ad attivare i propri schemi mentali adeguati alle informazioni presenti nel testo e più riuscirà a crearsi aspettative da verificare, più il processo di comprensione sarà facile.
Strettamente collegato al grado di conoscenza pregressa del bambino, vi è la consapevolezza del soggetto sulle proprie conoscenze e sulle strategie che utilizza. Si parla si conoscenza metacognitiva. Il bambino che, ad esempio, sa che per comprendere meglio un testo è utile leggerlo più volte, cercare le informazioni importanti, farsi delle domande e verificare la correttezza delle risposte, e applica tali strategie, sarà sicuramente più capace nel comprendere i testi rispetto ad un bambino convinto di non aver nessun ruolo attivo in tale processo.
Leggere e comprendere: qualche strategia di intervento
Se state aiutando vostro figlio nei compiti e avete la tentazione di sgridarlo perché avete l’impressione che non stia attento o non abbia voglia di impegnarsi, provate a chiedervi prima se il tipo di testo è troppo complesso per il suo livello di preparazione di quel momento, se lui ha già conoscenze su quell’argomento, se ha già letto qualcosa in merito o se ha già avuto esperienze collegate al tema in questione e se ha un’idea corretta di come funziona il cervello impegnato nella lettura.
Può essere utile, nel primo caso, aiutarlo nel riconoscere le parti importanti del testo che aiutano nella comprensione, aiutarlo nel trasformare le frasi complesse in frasi più semplici, nel semplificare il testo attraverso schemi o immagini riassuntive dei concetti importanti. Nel secondo caso è importante attivare le sue conoscenze pregresse prima di approcciarsi al testo facendosi raccontare, ad esempio, cosa conosce sull’argomento, quali esperienze ha fatto e quali aspettative ha rispetto a ciò che andrà a leggere. Nel terzo caso, può essere utile chiedersi che tipo di conoscenza metacognitiva possiede il bambino e attivarsi per accrescerla, dandogli informazioni in merito al funzionamento cognitivo, permettendogli di partecipare a corsi sull’argomento, o suggerendogli qualche strategia quale ad esempio ricercare informazioni inerenti al tema su altre fonti.
Conclusioni
Comprendere un testo è un processo piuttosto complesso che va costruito di volta in volta dal lettore e che avviene in modo parallelo al processo di decodifica. Una difficoltà nella comprensione potrebbe, quindi, esssere dovuta ad una scarsa efficienza nell’utilizzo dei fattori sopra elencati (testo, conoscenze pregresse, conoscenze metacognitive), ma potrebbe essere dovuto anche ad un deficit specifico nel processo di comprensione di origine neuropsicologica. Se vostro figlio trova difficoltà nella comprensione dei testi, oltre che cercare un confronto con le insegnanti, provate ad intervenire sui fattori elencati nell’articolo, ma se vi accorgete che le diffcioltà sono molto forti, rivolgetevi a personale specializzato, per esempio uno psicologo dell’apprendimento.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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3 Commento
Maria Cristina
Salve dottoressa . Ho letto il suo articolo riguardo alla comprensione del testo . Ho un bambino di 8 anni che frequenta la terza elementare . Ieri è tornato a casa da scuola e mi ha riferito che la maestra di matematica gli avrebbe detto che lui non partecipa ai discorsi in classe .io gli ho chiesto il perché e lui mi ha risposto che a volte fa fatica a trovare le parole per esprimersi e che poi la maestra non aspetta . Devo dirle. Che. Mio figlio è anche timido e che la maestra è nuova . C’è anche da dire che a lui non piace leggere e mi fa impazzire dalla prima . Come posso aiutarlo ?? La ringrazio . Cristina
serena
Buongiorno Cristina, con queste poche informazioni non mi è possibile esserle d’aiuto. Suo figlio potrebbe trovare tanta difficoltà per tante ragioni, per un disturbo specifico dell’apprendimento, per una difficoltà emotiva o relazionale.
Per aiutare suo figlio in modo efficace le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo della sua zona per approfondire meglio ciò che sta succedendo a suo figlio. Potrebbe essere anche lo psicologo della scuola che offre un servizio gratuito. Se ha piacere di avere il mio parere professionale, sono eventualmente a disposizione per una consulenza specifica.
Cordialmente