Mi sono accorta che è un bel po’ di tempo che non scrivo sul tema del sonno nei bambini e così ho pensato di scrivere sul fatto che addormentarsi per un bambino significa anche separarsi. Ma da chi dipende questa separazione? Vediamo meglio in quali modalità avviene.
Addormentarsi per un bambino: la separazione del figlio
Come avevo scritto tempo fa nell’articolo “Quando addormentarsi è un’impresa ciclopica!“, addormentarsi per un bambino piccolo non è un’impresa facile perché richiede un’importante competenza che è quella di separarsi dalla propria figura di riferimento. Tale figura nei primi anni di vita solitamente è la mamma ma fortunatamente, in questi ultimi anni, si sono fatti avanti anche tanti papà (Vedi anche: “Sonno dei bambini e papà“).
La capacità di addormentarsi da solo rappresenta una conquista per un bambino perché all’inizio la dipendenza dai genitori è totale. I bambini devono imparare gradualmente che allontanarsi per un po’ (addormentarsi) non significa perdersi e non ritrovare al risveglio tutto al proprio posto, genitori e giochi compresi. Devono imparare ad avere fiducia in mamma e papà ma anche in se stessi, scoprendo che anche loro possono trovare dei modi per rilassarsi o per affrontare figure mostruose.
Addormentarsi per un bambino: la separazione del genitore
Mamma e papà hanno quindi un ruolo centrale in questo processo perché sono loro i primi chiamati a porre le condizioni affinché i bambini si sentano tranquilli e sicuri nel separarsi da loro.
Un genitore che trasmette tranquillità e sicurezza prende seriamente il momento dell’addormentamento preparando il bambino per tempo, attraverso una routine e un passaggio graduale da attività attivanti ad uno stato di rilassamento; si approccia al bambino con tranquillità e calma senza urlare o sgridare eccessivamente il bambino; assicura il bambino della sua presenza nel momento del bisogno. Il bambino, quindi, non deve avvertire la sensazione che rilassarsi e chiudere gli occhi potrebbe essere pericoloso perché ad esempio la mamma scompare oppure perché chissà cosa possono combinare i genitori!
Trasmettere tranquillità e sicurezza al figlio significa anche permettergli di sperimentare in autonomia delle strategie per poter affrontare qualche piccola difficoltà durante la notte (per esempio un risveglio, oppure una paura improvvisa..) compatibilmente con il loro livello di sviluppo. Il messaggio da far passare sempre è: “So che ce la puoi fare anche te”.
Quello che deve imparare a fare un genitore è trovare il giusto equilibrio tra presenza e assenza.
Cosa può succedere però ad un genitore che si sente in colpa perché lavora tutto il giorno o che magari è terrorizzato dalle morti in culla o dal fatto che possa succedere qualcosa di brutto al bambino? E a chi, invece, per sentirsi un bravo genitore deve sentire di essere indispensabile per il proprio piccolo?
Chi vive questo tipo di emozioni, può inconsapevolmente trovarsi in difficoltà nel permettere al bambino di separarsi serenamente.
I bambini, quindi, a volte non riescono ad addormentarsi da soli perché non riescono ancora a separarsi da mamma e papà ma a volte perché sono i genitori stessi a trovarsi in difficoltà nel permettere la separazione ai loro figlioletti.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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