Come ho scritto tempo fa nell’articolo “Autostima: i 6 volti della valutazione di Sé in età evolutiva”, l’autostima è un concetto psicologico globale che indica l’idea positiva o negativa che si ha di se stessi e che è frutto di valutazioni più specifiche nei diversi ambiti della propria vita. Ma quali sono gli atteggiamenti genitoriali che possono favorire la costruzione di un’autostima bassa nei propri figli?
Come favorire un’autostima bassa nei figli
Un primo errore da non fare è quello di credere che per far crescere l’autostima al proprio figlio serva rivolgergli frasi del tipo: “sei meraviglioso, sei bravissimo, ecc”. Si tratta, infatti, di giudizi molto globali che dipendono dall’esterno e che, quindi, non insegnano ai bambini come volersi bene nei casi di difficoltà. Mi spiego meglio. Se la mamma e il papà sono soliti dare questo tipo di feedback, il figlio finirà per aver bisogno di questo tipo di approvazione per stare in pace con se stesso. Quindi, se il complimento esterno arriva, tutto ok, altrimenti il bambino può andare in crisi e iniziare a dubitare del proprio valore.
Un secondo atteggiamento da evitare, collegato al primo, è un atteggiamento iperprotettivo da parte dei genitori, nonni, fratelli e sorelle più grandi. Essere iperprotettivi significa anticipare sempre i bisogni dei figli e intervenire il prima possibile anche sostituendosi a loro perché si teme che possano soffrire o che non siano in grado di cavarsela da soli. L’evitamento della sofferenza non è però un elemento che aiuta a crescere; esso piuttosto ostacola una crescita serena e sicura perché impedisce ai bambini di imparare a tollerare le frustrazioni che la vita inevitabilmente pone e di allenarsi nella ricerca di soluzioni ai propri problemi.
Un terzo elemento dannoso all’autostima è un atteggiamento eccessivamente critico dei genitori o delle figure di riferimento importanti. Una critica non è dannosa di per sé se fatta nella maniera corretta ma lo diventa se diventa molto frequente e centrata sulla persona anziché sul comportamento. Per esempio dire ai figli “sei cattivo, sei sempre il solito, sei stupido, guarda che pancia che hai,ecc” non aiuta loro a costruirsi un’immagine positiva di sé perché si tratta di giudizi negativi e generali sul loro essere. Non si deve dimenticare che per un bambino ma anche per un ragazzo, queste parole hanno sempre un peso maggiore di quello che i genitori vorrebbero dare a queste frasi che spesso vengono dette in momenti di rabbia.
Un quarto atteggiamento scorretto è nutrire aspettative sui figli troppo elevate o troppo basse. I bambini sono molto attenti a ciò che le figure importanti si aspettano da loro. Questo perché una parte della soddisfazione di se stessi dipende dalla fiducia che gli altri hanno riposto in loro e dalla sensazione di poter contribuire alla felicità e soddisfazione degli altri. Quando i genitori si aspettano sempre qualcosa di più di quello che i figli riescono a dare, corrono il rischio di far passare un messaggio di insoddisfazione nei loro confronti; in pratica potrebbero far pensare ai figli di non essere abbastanza capaci o all’altezza, con evidenti ripercussioni sull’autostima. Anche se non si aspettano mai nulla da loro, il messaggio che può passare è di disinteresse e poca fiducia nelle capacità dei figli, elemento che porta a crearsi un’idea di sé di poco valore.
Un quinto elemento a sfavore di una buona autostima è l’incostanza nella disciplina. Un genitore è incostante nella disciplina quando a volte richiede il rispetto ai figli di alcune regole ma altre volte no, preferendo lasciar correre. Questo atteggiamento non aiuta i bambini a costruire dentro di sé una struttura di regole chiara e rassicurante che aiuti a sviluppare le proprie potenzialità insieme all’allenamento dell’autocontrollo; questo atteggiamento favorisce invece l’anarchia e la mancanza di autocontrollo spingendo i bambini a credere che sia giusto andare sempre alla ricerca del soddisfacimento dei propri bisogni.
Un sesto errore da evitare è assumere un atteggiamento scoraggiante e rinunciatario di fronte alla difficoltà. Questo atteggiamento dei genitori di fronte a situazioni difficili, nasconde in sé un’idea negativa di sé e delle proprie potenzialità. Ecco quindi che diventa importante riflettere sulla propria modalità di affrontare situazioni difficili prima di aspettarsi che i propri figli dimostrino coraggio e determinazione. Occorre ricordarsi sempre che i figli osservano quello che fanno i genitori e tendono ad imparare le stesse modalità.
Un ultimo elemento che vi propongo a danno dell’autostima è la tendenza ad attribuire troppa importanza alla scuola. Infatti, quando i risultati scolastici sembrano essere un unico argomento di interesse per i genitori, i figli rischiano di costruire un giudizio su di sé riduttivo, poco attento alla varietà della propria esperienza. Questo aspetto, inoltre, diventa particolarmente importante per quei bambini o ragazzi che trovano difficoltà a scuola perché quello che viene restituito loro è un’immagine costante di incapacità o difficoltà o delusione. Per conoscere quali altri ambiti dell’autostima ci sono vi suggerisco di leggere anche l’articolo che ho ricordato all’inizio.
Autostima bassa nei figli: che fare?
Ora che vi siete fatti una panoramica sui principali atteggiamenti che favoriscono un’autostima bassa nei figli, potete iniziare quel processo di auto riflessione che vi permetterà di aggiustare alcuni aspetti della vostra relazione genitoriale. Non occorre diventare genitori perfetti ma genitori sensibili all’idea che i propri figli costruiscono di se stessi al fine di migliorarsi sempre.
E voi cosa ne pensate?
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
Se ti è piaciuto l’articolo clicca “mi piace” sulla pagina e condividi l’articolo con i tuoi amici. Se vuoi essere aggiornato sui prossimi articoli e sulle prossime iniziative, iscriviti alla Newsletter (box in fondo se leggi dal cellulare, oppure in alto a destra da computer). Potrai anche scaricare tanti Ebook gratuiti su vari temi legati al mondo dei bambini! Continua a seguirmi sul mio sito ma anche su facebook dove puoi trovare la mia pagina facebook di Connettiti alla psicologia e il nuovo gruppo “Essere genitori oggi: riflessioni e approfondimenti”.
1 Commento