La scena di vita familiare “Il solito dimenticone!” che vi presento questo mese riguarda un episodio che mi è successo in occasione dei percorsi di gruppo sulle emozioni che svolgo nel mio studio. A ciascun bambino partecipante avevo dato al primo incontro un quadernino sul quale scrivere le proprie esperienze e la richiesta era quella di portarlo ad ogni incontro. Il bambino lo aveva portato ma alla fine dell’ora lo stava dimenticando in studio anziché portarselo con Sé. La mamma, visto che il figlio era uscito di corsa, lo ha preso e ha aggiunto: “Il solito dimenticone!”

Voi che ne pensate? Ha fatto bene la mamma ad agire così? Voi avreste agito diversamente?

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Il prossimo lunedì pubblicherò le mie riflessioni qui di seguito, visibili anche sulla mia pagina Facebook.

Scena di vita familiare 5 “Il solito dimenticone!”: riflessioni

La scena che vi ho presentato questo mese ha a che fare con la responsabilizzazione. Responsabilizzare un bambino significa aiutarlo a capire che lui è in grado se vuole di decidere se fare o non fare determinate cose. Responsabilizzare un bambino significa, quindi, avere delle aspettative su di lui che, ovviamente, devono essere adeguate alle sue capacità. Responsabilizzare un bambino significa ancora non sostituirsi a lui.

Nell’esempio che vi ho portato la mamma non ha passato il messaggio: “E’ compito tuo ricordarti il quaderno perché so che sei in grado di farlo”; non si è fatta l’aspettativa che lui ricordasse di prendere il quaderno oppure, se se l’è fatta, dentro di sé si è detta che il figlio non è in grado di accontentarla; e per finire, la mamma, sfiduciata, si è sostituita al bambino, prendendo il quaderno al suo posto. La mamma, quindi, comportandosi così, non ha responsabilizzato suo figlio.

Cosa avrebbe potuto fare per responsabilizzare il bambino?

Avrebbe potuto chiamarlo, farlo tornare indietro per dirgli: “Ti sei dimenticato qualcosa. Prova a ricordare”.

In questo modo il genitore avrebbe favorito un atteggiamento responsabile del figlio senza inviare a lui messaggi di contenuto psicologico negativo. “Il solito dimenticone” è un messaggio piuttosto generalizzato e fisso che inserisce il bambino in una categoria psicologica piuttosto rigida che si protrae nel tempo. Il bambino è portato a pensare di essere di fatto “un dimenticone” e, quindi, di poter fare ben poco per cambiare. Risultato: il bambino sarà poco motivato a cambiare atteggiamento perché sente che le aspettative su di lui sono caratterizzate da poca fiducia nei suoi confronti. Scatta in parole tecniche “la profezia che si autoavvera“, un processo psicologico molto frequente e rischioso. Il genitore pensa che il figlio sia un dimenticone, il figlio rischia di diventarlo veramente.

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

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Scene di vita familiari precedenti

Qui trovi la quarta scena di vita familiare “Scene di vita familiare 4: “Vai te!”

Qui trovi la terza scena di vita familiare “Scena di vita familiare 3: “Ma suicidati!””

Qui trovi la seconda scena familiare “Scene di vita familiare 2: “Ho fretta! Ti vesto io!””

Qui trovi la prima scena familiare “Vuoi la cioccolata di tua sorella?”

 

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