Essere un genitore troppo coinvolto può essere un problema per i figli? Potrebbe compromettere la loro prestazione scolastica? Ebbene sì, anche il genitore che prende troppo a cuore gli impegni scolastici dei propri figli, potrebbe essere responsabile del loro insuccesso scolastico. Lo sostiene Alessandro Bartoletti nel suo libro “Lo studente strategico” che inserisce la categoria del “genitore troppo coinvolto” nelle 6 modalità disfunzionali dei genitori rispetto allo studio dei figli. Le precedenti modalità che abbiamo già visto sono: il genitore permissivo, il genitore che critica, i genitori che trattano in modo speciale i figli, il genitore che aiuta i figli e il genitore che insiste troppo sull’obbligo. Ricordo che per modalità disfunzionali si intende quel modo di interagire che viene ripetuto anche se non si ottengono cambiamenti.
Il genitore troppo coinvolto
Il genitore troppo coinvolto o, come dice Bartoletti, iper-coinvolto vive i problemi scolastici del figlio con un eccesso di coinvolgimento, preoccupandosi costantemente di essere sempre presente in ogni circostanza. E’ sempre presente agli incontri organizzati a scuola, organizza e pianifica il momento dei compiti a casa, interroga il figlio e altro ancora. Si tratta di comportamenti di per sé lodevoli ma quando messi in atto eccessivamente potrebbero sconfinare nello spazio del proprio figlio e addirittura nel ruolo di insegnante. Nel primo caso, il bambino potrebbe trovarsi “schiacciato” o inibito dalla costante presenza e preoccupazione di mamma o papà, finendo anche per delegare cose che spettano a lui. Pensiamo a quei bambini che non si preparano lo zaino perché tanto sanno che ci pensa mamma oppure che non scrivono i compiti sul diario perché tanto la mamma li chiede sul gruppo whatsapp. Nel secondo caso, invcece, l’eccesso di coinvolgimento del genitore potrebbe portarlo a sconfinare dal proprio ruolo, intervenendo attivamente su questioni che spettano invece a maestri o professori. Per esempio quando un genitore risponde alla nota della maestra giustificando il proprio bambino oppure quando assegna più compiti.
Consigli
Se ti sembra di appartenere a questa categoria di genitori, vale la pena diminuire la pressione sul dovere di fare i compiti per lasciare più spazio a tuo figlio di gestire questo momento. Ovviamente questo non significa che devi smettere di ricordare che gli insegnanti hanno affidato dei compiti: devi semplicemente farlo in un modo più discreto e rispettoso della sua libertà di scelta. Questo significa che devi permettere che tuo figlio possa anche andare a scuola senza compiti e senza aver studiato. Gli effetti di questa decisione possono poi essere presi in considerazione in un dialogo che ha l’obiettivo di far riflettere tuo figlio sulle conseguenze delle sue scelte. Lasciando questo grado di libertà è più probabibile che tuo figlio possa sperimentare quegli aspetti posititivi che possono emergere quando lo studio diventa frutto di una scelta personale.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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